Il rapporto intergenerazionale, manifestato con rancore o con affetto, volendo cancellare o tutelare la memoria, è il tema dominante di questa diciassettesima edizione del Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea, diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, il cui progetto è nato e si è sviluppato proprio nel pieno della crisi economica, in un periodo di incertezza sulle prospettive di crescita del paese e di ricambio generazionale.
Molti autori e registi riflettono sul legame con i padri, assumendo consapevolezza del ruolo di testimoni che gli artisti hanno nella trasmissione del sapere tra vecchie e giovani generazioni, così come su certe contraddizioni morali della contemporaneità. E’ il caso della Compagnia Scimone Sframeli, che offre al pubblico, in prima assoluta, il nuovo spettacolo Giù, dialogo paradossale tra un padre e il figlio.
Le problematiche relazioni col passato riguardano anche lo spettacolo di Guillaume Vincent, La nuit tombe..., creazione del Festival d’Avignon, che sarà allestito in anteprima assoluta a Torino. Il testo da cui deriva privilegia, come presupposto drammaturgico, proprio la variabile temporale. Le tre le storie di cui il testo si compone hanno come cornice, in periodi diversi, la stessa camera d’albergo, nella quale tanti fantasmi del passato e tanti viventi sembrano darsi appuntamento. Tra i coproduttori de La nuit tombe..., oltre al Festival delle Colline Torinesi, vi è il prestigioso Théâtre des Bouffes du Nord di Peter Brook. La proposta di Guillaume Vincent si inquadra nell’ambito del progetto Carta Bianca condiviso con l’Espace Malraux di Chambéry. Ne fanno parte anche Dodici suore slovacche, prima traduzione italiana del testo di Sonia Chiambretto, e Kolik dell’ autore-regista marsigliese Hubert Colas, creazione nata da un’opera teatrale di Rainald Goetz e presentata a Torino in prima nazionale dalla compagnia Diphtong.
Altri confronti generazionali vengono evidenziati in The plot is the revolution dei Motus, che, reduce dai successi internazionali di Alexis, spettacolo coprodotto dal Festival delle Colline Torinesi, vede protagonista la fondatrice del Living Theatre, Judith Malina, icona del teatro contemporaneo, che torna a Torino dopo parecchi anni. Il segmento internazionale del Festival propone anche la Socìetas Raffaello Sanzio, diretta da Claudia Castellucci, con La seconda Neanderthal.
Assai radicale nell’arringa contro padri e madri è lo spettacolo Duramadre dei baresi Fibre Parallele, quasi una favola nera sul matriarcato, scritta da Riccardo Spagnulo e diretta da Licia Lanera. Temi affini sviluppano gli attori liguri di Kronoteatro con Pater Familias (spettacolo condiviso con il Teatro dell'Elfo di Milano) e il siciliano Tindaro Granata con Antropolaroid, vincitore del Premio della Critica, che attualizza la tradizione del cunto siciliano. Al centro dell’attenzione le biografie di nonni, genitori, zii e persino del boss Badalamenti.
Due altre giovani compagnie del festival sono Zaches Teatro, toscana, vincitrice del Premio Prospettiva Teatro, il cui spettacolo Mal Bianco è contaminato col teatro di figura, e la torinese Associazione CuochiLab con l’azione gastro-performativa Happy Meals.
Una livida fotografia delle relazioni sociali è rappresentata in Pinter’s Anatomy di Ricci/Forte, trasformazione in immagini di testi e sottotesti di Pinter. Un copione che prende a pugni il perbenismo, che è tortura fisica e psicologica, con qualche tratto fumettistico e di grottesco iper-realismo.
Transiti tra reale e surreale li compie Menoventi in L’uomo della sabbia, tratto dal romanzo di Hoffmann. Da sempre appassionati ai meccanismi di destrutturazione dell’evento teatrale, Gianni Farina, Consuelo Battiston e soci, recentemente aggiudicatisi la prima edizione del Premio Rete Critica, affrontano in particolare il tema dell’ambiguità della memoria. In scena si immaginano di stare dentro e fuori la mente del protagonista Nataniele, tormentato dal ricordo di una fiaba.
Di grande soddisfazione è poi la presenza al festival di tre attori italiani di grande personalità e prestigio come Sonia Bergamasco con Esse di Salomé, Ferdinando Bruni con Rosso, Saverio La Ruina con Italianesi.
La contrapposizione tra una piccola affabulatrice e i “grandi” che l’ascoltano costituisce il nucleo drammaturgico di uno spettacolo proposto al festival in prima nazionale da Assemblea Teatro diretto da Renzo Sicco e Lino Spadaro: La bambina che raccontava i film, dal romanzo del cileno Hernán Rivera Letelier.
Due infine i progetti speciali: Roberta torna a casa, nostalgico eppure corrosivo spettacolo da appartamento, in prima nazionale, di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti (IRAA Theatre, Melbourne), specialisti nel confondere realtà e fantasia, e il circo contemporaneo This is the End, firmato da David Bobée, condiviso con C3+, ossia Teatro a Corte, Festival Sul Filo del Circo e Circuito Teatrale del Piemonte.
Inoltre mercoledì 6 giugno, al Teatro Astra, nell'ambito del Festival delle Colline Torinesi, si svolgerà l'incontro Della mancata globalizzazione del teatro. Per una rivista in rete plurilingue d’Europa, presieduto da Sergio Ariotti, organizzato con l'A.N.C.T., Associazione Nazionale dei Critici di Teatro: un primo libero dialogo per raccogliere un po’di idee al plurale.